Nel settore industriale una costante
attività di controllo consente di intervenire
tempestivamente qualora
siano riscontrate delle anomalie nel
normale ciclo di produzione.
È sufficiente fare un giro su una
qualsiasi linea di produzione per
trovare centinaia di moduli cartacei,
compilati dagli operatori, ciascuno
dei quali rappresenta un report dell'attività
effettuata su una certa macchina
o su una certa linea. Moduli
a volte semplici e a volte complessi,
nei quali oltre ai valori di "testata"
(giorno, mese, anno, operatore...)
sono presenti tutte le indicazioni
necessarie a quantificare e qualificare
l'attività svolta: fermi macchina
con relative causali, numero di
pezzi prodotti, numero di scarti con
relative motivazioni, lotti completati,
controlli eseguiti, certificazioni
di qualità da parte dell'operatore, e
così via.
Particolare di un classico modulo di rilevazione dati in produzione.
Rilevare per rivelare
Tutti questi dati vengono rilevati e
dalla loro analisi nascono interventi
correttivi e/o migliorativi specifici,
indispensabili per migliorare la
competitività e far sorridere il conto
economico aziendale.
Ma come avviene tutto ciò?
Girando tra le linee, e soprattutto
oltre i vetri che le separano dagli uffici
dei responsabili di produzione,
scopriamo un esercito di persone
dedicate a questa attività, impegnate
ore ed ore nella rilevazione dei dati.
Questo quando va bene: in altri casi
scopriamo cumuli di fogli di carta
abbandonati, che forse più in là saranno
elaborati per popolare l'archivio
necessario per la varie analisi, o
che forse resteranno lì fino al momento
in cui saranno buttati perché
ormai obsoleti.
Buttati via, privati del loro significato
originario, privi di quella nobile
funzione assegnatagli che era, semplicemente,
un "avviso" di qualcosa
che, forse, non andava per il verso
giusto. E così, dopo mesi, si scopre
una linea che lavora solo al 70%,
che centinaia di articoli vengono resi
e che tutti presentano lo stesso difetto...
Difetto denunciato il giorno
stesso della sua prima comparsa, difetto
rilevato anche il giorno dopo,
ma il cui valore informativo è stato
lasciato lì, su un pezzo di carta.
Una efficienza possibile
Fortunatamente non è sempre così:
oggi molte aziende si sono dotate di
sistemi di rilevazione, monitoraggio
e controllo della produzione molto
efficaci: dai palmari ai touch screen
sulle macchine, dai dispositivi a radio-
frequenza alla carta. Alla carta?
Ancora alla carta? Ebbene si, proprio
alla carta. In molti casi la carta
è l'unico strumento utilizzabile e, di
certo, è quello che gode di maggior
familiarità per l'utente, che costa
meno e che, cosa non trascurabile,
ha un impatto praticamente nullo
sul modo acquisito di lavorare, spesso
consolidato negli anni.
Sebbene il supporto cartaceo non
rappresenti una novità, è nella modalità
d'uso dello stesso che avviene il
cambiamento: infatti l'innovazione
è nel modo in cui questi dati vengono
rilevati. Non più eserciti di operatori
dediti al data entry, non più errori
di trascrizione, non più dati in
tremendo ritardo, non più dati che
non arriveranno mai. Introdurre la
lettura ottica nell'azienda moderna
significa dare una svolta al modo in
cui questi dati sono estratti: le moderne
tecnologie di scansione e di riconoscimento
ottico ci consentono
di elaborare migliaia di informazioni
in pochi minuti, con elevati livelli
qualitativi e a costi incredibilmente
ridotti. Perché non approfittarne?
Il layout di un modulo progettato per la lettura ottica da Recogniform Technologie SpA: quantità e tipologia dei dati da leggere sono definibili in base alla specifiche esigenze.
Pochi passi
L'implementazione di una moderna
soluzione di lettura ottica in ambito
rilevazione dati di produzione può
essere schematizzata nei seguenti
step:
1. Analisi delle esigenze: spesso non
tutti i dati estratti sono rilevanti,
talvolta mancano dati essenziali.
L'analisi del "cosa" ci serve
rilevare è alla base della buona
riuscita di un sistema.
2. Disegno del modulo: identificato il
"cosa", serve stabilire il "come".
In base alla quantità dei dati si
può optare per la costruzione di
un modulo con un layout specifico,
sapientemente ottimizzato
per la lettura ottica, semplice da
compilare, ma adatto a velocizzare
il riconoscimento minimizzando
la possibilità di errori.
3. Definizione di controlli qualitativi: è
possibile delegare al software di
riconoscimento ottico gran pare
delle verifiche qualitative dei dati
estratti, così da inviare in output
solo quei dati qualitativamente
perfetti, evitando così di inquinare
i database con informazioni
errate.
I risultati
Definiti gli aspetti preliminari resta
da capire "cosa" effettivamente
cambia. Cambia poco in apparenza ma molto in sostanza. L'utilizzo
di semplici moduli cartacei per la
raccolta dati non richiede una formazione
agli operatori né ingenti investimenti
in attrezzature: l'impatto
in termini operativi ed economici è
minimo. Uno o più scanner, su una
o più linee, in uno o più stabilimenti,
in uno o più Paesi per acquisire
i moduli: uno scanner documentale
dotato di ADF di fascia bassa
acquisisce 35-40 moduli al minuto.
Le immagini sono automaticamente
trasferite via rete ad un server che
si occupa del loro "riconoscimento":
li raddrizza, li ripulisce, li autoorienta,
li legge e li controlla. Al
termine di questa fase i dati sono inviati
in output, le informazioni sono
rilasciate dove e come servono, su
file o DBMS, arricchite se necessario
incrociando i dati provenienti
da altre sorgenti. E se qualche dato
non è formalmente corretto? Se il
software non è sicuro di aver letto
un certo valore? Se il codice articolo
inserito non è presente nella mia
anagrafica? Niente paura: la conferma
dei dati avviene in pochi istanti,
mediante una comoda interfaccia
di validazione/correzione, in cui il
campo "sospetto" viene presentato
all'operatore direttamente sul monitor.
Niente più carta, quindi. A
viaggiare sono le immagini, e con le
immagini viaggiano le informazioni
in esse contenute.
L'interfaccia grafica di correzione integrata in Recogniform Reader è semplice ed intuitiva: la fase di validazione dei dati sospetti risulta estremamente veloce ed immediata.
Conclusione
La lettura ottica deve inserire elementi
di flessibilità nell'azienda moderna
e non deve in alcun modo
rappresentare un'ulteriore rigidità. È
quindi di fondamentale importanza
adottare una soluzione potente, flessibile
e gestibile in totale autonomia.
Le esigenze produttive cambiano in
continuazione e con esse mutano le
informazioni di cui abbiamo bisogno:
si deve essere in grado di poter
apportare in autonomia tutte le modifiche
necessarie, in modo semplice,
veloce ed economico. È indispensabile
adottare soluzioni software
che consentano di elaborare un
numero illimitato di documenti, in
modo efficace e veloce, minimizzando
l'intervento umano. È importante
scegliere un software che
si adatti alle esigenze del momento
e che mi consenta, se necessario, di
aumentare la mia capacità produttiva
senza costi extra. E' determinante
ricercare un partner tecnologico
affidabile, con esperienza nel settore
e, ancor meglio, chi sia proprietario
della tecnologia utilizzata.
La lettura ottica applicata alla rilevazione
ed al monitoraggio della produzione
fa sì che in pochi istanti si
abbia tutto quanto necessario per la
nostra analisi, in tempo pressoché
reale. Si è così subito pronti ad intervenire
per correggere quel difetto,
verificare quella macchina o, più
semplicemente, per rispondere alla
domanda "cosa" e "come" ho prodotto.
Quando? Oggi.